La micorizzazione: un’associazione vantaggiosa

La micorizzazione è il processo mediante il quale certi funghi si associano alle radici delle piante tramite delle strutture denominate micorriza (Fig.2). Parliamo di un tipo di associazione simbiotica, il che significa che entrambi gli organismi ne traggono vantaggio:

Vantaggi per il fungo

Questo tipo di funghi, denominati micorrizici, sono costretti a formare simbiosi con le radici, in quanto sono le piante che grazie alla fotosintesi, apportano loro gli idrati di carbonio di cui hanno bisogno per nutrirsi. Pertanto, i funghi micorrizici dipendono totalmente da questa associazione, in quanto senza di loro non potrebbero sopravvivere.

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Fig. 1. Il Boletus edulis è un buon esempio di fungo micorrizico, in quanto si associa alle radici di varie specie di frondose e conifere.

Vantaggi per la pianta

L’estesa rete di micelio formata dal fungo è capace di raggiungere luoghi fino a dove le radici non arrivano, per cui aumentano la capacità di assorbimento della pianta, sia di acqua (fino al 60%), che di nutrienti (P, N, K, Na, Zn…), questi vantaggi sono specialmente rilevanti in aree con suoli poveri o durante periodi di stress da siccità.

Inoltre il fungo produce sostanze difensive che proteggono la pianta contro agenti patogeni. Senza le micorrize, le piante non potrebbero arrivare a colonizzare in modo così efficace il suolo.

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Fig. 2. Le micorrize appaiono come ingrossamenti intorno alle radici più fini, come si può capire dalle immagini il loro aspetto varia a seconda delle specie che le formano. Esistono di diversi colori, dimensioni e forme, più o meno ramificate, con o senza rizomorfi, etc.

La micorizzazione controllata

La micorizzazione si verifica in modo naturale, però può anche verificarsi artificialmente con alcune specie di interesse, dirigendo questo processo verso una migliore stabilità e sfruttamento degli impianti forestali. In questo modo, la pianta micorizzata in vivaio è meglio preparata per le prime fasi in campo e potrà essere associata a miceti produttori di funghi commestibili (Fig.3).

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Dobbiamo sapere che questi funghi crescono a forma di micelio sotto il suolo, ricevendo il nutrimento attraverso le micorrize. Una volta raggiunto uno sviluppo sufficiente, fruttificano a forma di funghi, molti dei quali si raccolgono per essere commercializzati e consumati. Per questo è molto interessante la micorrizzazione controllata con specie commestibili di interesse, in quanto la maggior parte dei funghi più quotata sono prodotti da funghi micorrizici; porcini, russule, amanite, tartufi, sanguinacci, ecc.
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Fig. 4. Molti miceti micorrizici producono funghi di alto valore commerciale.

Tra i micorrizici troviamo le specie caratterizzate per fruttificare insieme alle piante ancora molto giovani, sono quelli denominati pionieri o primari come i generi Laccaria, Pisolithus, Scleroderma… Tuttavia, la maggior parte dei miceti micorrizici più apprezzati sono quelli denominati “late stage”, i quali possono associarsi ad alberi giovani, ma produrranno funghi solo quando arriveranno allo stadio adulto (tra gli 8-12 anni di età, secondo la specie e le condizioni del luogo), per cui dovremmo attendere che gli alberi raggiungano un ottimo sviluppo per poterli raccogliere. Esistono anche specie che fruttificano in un periodo intermedio, alcune di interesse, come possono essere i sanguinacci.

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Fig. 5. Miceti pionieri: Sinistra: Scleroderma citrinum micorizzato con castagni di un anno nel vivaio di Hifas Foresta; Destra: Preparazione di Pisholitus arizhus per la produzione di inoculo sporale.

I funghi di alto valore culinario nelle riforestazioni costituiscono un importante reddito complementare nelle nostre masse forestali. È per questo che piantare alberi micorizzati in vivaio aumenterà la produttività e redditività. Di seguito specificheremo come eseguire impianti sostenibili e multifunzionali più redditizi mediante l’aumento della produttività micologica, quello che denominiamo micofrutticoltura e/o micoselvicoltura.

 

Impianti di alberi micorizzati

L’impianto di alberi micorizzati è un processo impiegato per produrre funghi silvestri in aree dove non esistono alberi di valore preesistenti. Al momento di realizzare un impianto micoselvicolo è importante considerare certi aspetti che porteranno a un migliore sviluppo del fungo e ad aumentare la sua produttività.

Conviene tenere conto della specificità dei funghi, in quanto alcuni di questi sono selettivi e si associano esclusivamente con alcune specie di alberi. Sceglieremo le specie che più si adeguano alle condizioni edafoclimatiche della nostra area e alle caratteristiche particolari del terreno.

Una volta eseguito l’impianto eviteremo i lavori profondi per non danneggiare il micelio, ma cercheremo di mantenere la proprietà libera da erbacce, migliorando così l’entrata di luce e l’aerazione, aumentando la produzione di funghi agevolendone la ricerca e la raccolta.

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Fig. 6. Gli impianti ben curati sono più produttivi.

Come abbiamo detto, per un impianto di alberi micorizzati si possono impiegare diverse specie, di seguito forniamo alcuni esempi delle più adeguate e le distanze orientative alle quali devono essere piantati dal punto di visto della micoselvicoltura e/o micofrutticoltura (distanza tra alberi e file):

  • Conífere (pini e abeti): generi Pinus, Pseudotsuga e Picea; micorizzati con Lactarius deliciosus per la produzione di sanguinacci – Modello d’impianto di 4×4 m (totale 625 alberi/ha).
  • Frondose caducifoglie (castagni, roveri, faggi e betulle): generi Castanea, Quercus, Fagus e Betula; micorizzati con Boletus edulis – Modello d’impianto da 6×6 m a 7×7 m (totale da 277 a 205 alberi/ha).
  • Frondose tartufigene (lecci e noccioli): generi Quercus e Corylus; micorrizati con Tuber melanosporum – Modelli di impianto da 4×4 m a 6×6 m (totale da 625 a 277 alberi/ha).

Il caso del castagno: impianti multifunzionali e redditizi

In Hifas Foresta siamo specializzati nella produzione del castagno micorizzato, lavoriamo con 40 varietà diverse e consigliamo i nostri clienti su come eseguire i propri impianti in funzione dei loro fabbisogni. Con più di 20 anni di esperienza, abbiamo creato numerosi impianti di questo tipo in diversi punti della penisola iberica e in altre aree d’Europa, arrivando così a un’ampia conoscenza delle varietà e dei suoi metodi di impianto.

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Fig. 7. Sinistra: Lavori d’innesto di varietà tradizionali di frutti in uno dei terreni del vivaio di Hifas Foresta; Destra: Pianta micorizzata pronta per la commercializzazione.

Le varietà del castagno si devono scegliere in funzione delle condizioni edafo-climatiche e l’obiettivo dell’impianto, soprattutto la destinazione di vendita finale della castagna. Come abbiamo già visto, altro fattore molto importante per aumentare la redditività di un castagno tramite la produttività di funghi, castagne e legno sono le distanze o i modelli di impianto. Studi realizzati da Hifas Foresta, in collaborazione con il Centro di Ricerche Forestali di Lourizán ci indicano che il Boletus edulis necessita di una buona aerazione ed entrata di luce, che si può ottenere distanziando gli alberi (Fig.8).

Fig. 8. A partire dagli studi portati a termine da Hifas Foresta in collaborazione con il Centro di Ricerche Forestali di Lourizán si sono ottenuti i dati necessari relativi ai migliori modelli di impianto per la produzione di funghi in impianti di castagno. Nel grafico si può visualizzare come con i modelli di impianto di 7×7 metri possiamo ottenere la produzione fino a 200 kg di Boletus edulis per ettaro all’anno.

Esiste anche la possibilità di eseguire inizialmente modelli di impianto più limitati, che conducono a una maggiore produzione di castagne (a causa della maggiore quantità di piante) e maggiore sfruttamento del terreno senza incidere sulla produzione di funghi, in quanto le chiome in questa fase dell’impianto consentono un’ottima entrata di luce. Questo tipo di impianti comportano una diminuzione nella produzione a partire da 13-20 anni, il che costringerà alla realizzazione di potature e diradamenti, per ottenere castagni con grandi chiome altamente produttivi, conservando ottime condizioni per la fruttificazione dei boleti.

Pertanto, abbiamo due approcci in impianti multifunzionali di castagno, uno di questi intensivo, dove predomina la maggiore produzione di castagna iniziale (maggiore quantità di piante) e il migliore sfruttamento del terreno, e altri inizialmente meno produttivi, che cerca una minore necessità di manutenzione futura (minore quantità di piante).

Fig. 9. Esempio di impianto intensivo con modelli iniziali di 6×5 m. I diversi colori marcano l’età alla quale gli alberi saranno tagliati. Trascorsi circa 40 anni, rimarranno solo gli alberi verdi separati a 12 metri, con una grande produzione di castagne e Boletus edulis.

Inoculazione delle radici per la formazione delle micorrize negli alberi adulti

C’è la possibilità di avere qualche impianto adulto, poco produttivo per i funghi e desideriamo incrementarne la produttività. In questi casi possiamo indurre la formazione di micorrize di funghi commestibili nelle radici tramite l’applicazione dell’inoculo MICO-HIFAS, un gel micorrizico che contiene spore e propaguli miceliari del fungo.

Esistono diverse forme di condurre micorizzazioni controllate in alberi adulti. Considerando il valore commerciale e la viabilità della micorriza, in Hifas Foresta abbiamo progettato e sviluppato i protocolli di micorizzazione per tre specie di alto valore commerciale, com’è il Boletus edulis, il Lactarius deliciosus (sanguinaccio) e il Tuber melanosporum (tartufo nero), quest’ultimo richiede un processo di micorizzazione specifico (puoi trovare informazioni più dettagliate sopra il tartufo in questo link).

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Fig. 10. L’inoculo MICO-HIFAS è un gelo micorrizico che contiene spore e propaguli miceliari del fungo.

La micorrizzazione dei sanguinacci e boleti si esegue nella stessa maniera, anche se dobbiamo tenere di conto che i primi si associano solo a conifere (principalmente pini e abeti), tuttavia, Boletus edulis ha un range più ampio di specie con le quali si associa.

Dobbiamo scegliere alberi preferibilmente tra 2 e 25 anni di età, in quanto presentano un sistema radicale più adeguato per eseguire le inoculazioni e minore concorrenza di altri funghi. Si raccomanda di svolgere questa mansione in periodi di pioggia moderata e temperature miti.

Si procede rastrellando lo strato superficiale del suolo nell’area di proiezione della chioma, scavando tra 3 e 10 cm fino a trovare le radici assorbenti, che sono le radici formatrici di micorrize (si riconoscono per essere più fini). Nel caso in cui l’area da inoculare presenti un eccesso di vegetazione o un suolo molto compattato, nonché in lavori di un numero considerevole di alberi, è opportuno usufruire di un motocoltivatore, che tramite una fresatura poco profonda potrà facilitarci questo lavoro (Fig. 11).

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Fig. 11. Per micorrizzare i terreni con molta erba, suoli molto compatti o grandi superfici, una fresatura superficiale potrà facilitarci il lavoro.

Una volta che troviamo un buon groviglio di queste radici assorbenti, le posizioneremo sopra un letto di substrato di micorizzazione e applicheremo circa 25 ml dell’inoculo fungino MICO-HIFAS, impregnando bene con il gelo micorrizico tutte le radichette (Fig. 12). Una volta inoculata le copriremo con il substrato micorrizico e alla fine copriremo l’area con la terra e la lettiera ritirata precedentemente.

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Fig. 12. Le radici assorbenti sono quelle che formano le micorrize, si riconoscono per essere più fini. Dovremmo inoculare un’ottima quantità di esse, le quali si manifestano solitamente sotto forma di grovigli.

Eseguiremo 4 punti di inoculazione, circa 125 ml per albero (Fig.13) e li irrigheremo un po’ in caso di mancanza di piogge. Non si devono eseguire lavori profondi come l’aratura, però è consigliabile conservare questo micotopo ben curato, poiché in questo modo aumenteremo la produzione di funghi: pulizie del sottobosco, potature e sfoltimento appropriati per ogni impianto. Conviene irrigare gli alberi una volta alla settimana d’estate o in presenza di siccità prolungate (10 giorni senza pioggia). Dopo l’inoculazione, i primi funghi cominceranno ad apparire tra 18-24 mesi.
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Fig. 13. Rastrelleremo in quattro punti equidistanti posizionati nella proiezione della chioma.

Produzione e redditività

In Hifas Foresta abbiamo più di 20 anni di esperienza nel settore della micorizzazione. I nostri appezzamenti di castagni ibridi micorizzati hanno 40 anni di età. Da essi raccogliamo annualmente dati di produzione di castagne, legno e funghi. Inoltre, esistono numerosi lavori di produttività eseguiti con Pinus spp. Castanea spp. e Quercus spp. che dimostrano la grande produttività micologica che possono arrivare ad avere questi alberi.

Vantaggio nella pianta

Con una buona micorizzazione, la pianta riesce ad aumentare la sua crescita fino al 30%, e fino al 20% la produzione di frutti (nel caso di castagni) e funghi, superando in molti casi il valore del legno.

Risultati nei numeri

In un impianto di castagni adulti multifunzionale ben curato e con buona gestione micoselvicola e frutticola, la produzione per ettaro/all’anno può arrivare a 6.550 €

In un popolamento di pino adulto in buone condizioni, la produzione di Boletus edulis, B. pinophillus, Lactarius deliciosus, Tricholoma portentosum, Cantharellus cibarius e C. tubaeformis può raggiungere 300 Kg/ha/all’anno; che ha un prezzo medio di vendita di 5 €/kg cioè 1.500 € /h.

Come si può comprendere, esistono forme relativamente semplici di estrarre, dalla nostra montagna, qualcosa di più del legno. Se ti piacerebbe eseguire un impianto multifunzionale o migliorare la produttività micologica dei tuo alberi, non esitare a metterti in contatto con noi, saremmo lieti di aiutarti.

BUON RACCOLTO!!!!